«Mi sono chiesta se, al di sotto delle differenze tra la retorica roboante del razzismo fascista e le varianti più prudenti della xenofobia attuale non vi siamo dei meccanismi logici e psicologici comuni – un certo modo di atteggiarsi di fronte all'Altro diverso da sé, di schernirlo, di marchiarlo, di intrappolarlo in ruoli stereotipati nel tentativo di esercitare un qualche controllo su di esso.»
Valentina Pisanty, La difesa della razza. Antologia 1938-1943, Bompiani, Milano 2006, p. 17